THREE KINDS OF LIGHT

DALL’ 8 OTTOBRE AL 10 DICEMBRE 2016

THREE KINDS OF LIGHT con i suoi costrutti, con le salde radici nel reale, propone una riflessione sulla percezione visiva. Sono brightness constructive che levano ogni illusione all’uomo indotto a vivere in un universo in cui il margine tra l’artista ed il progetto afferma lo stupore dell’esperienza che può liberare dall’angoscia. Lo stupore che nasce dall’immaginazione dell’esperimento da conforto all’artista per vivere più soggettivamente.
Paul Myoda, giapponese americano, reduce dai territori della logica strutturale e dei principi matematici del mondo naturale, elabora  nuovi media , le tecnologie ed i materiali industriali, proiettando ombre  e effetti luminosi unici che interagiscono con il fruitore.
Cristiano Petrucci, vive e lavora a Roma, artista visivo a tutto tondo, che nelle sue opere infonde un mondo singolare e misterioso, invisibile ad occhio nudo: atomi, molecole, cellule, organismi, l’arte di rigenerare di creare nuovi mondi ed illuminare con estrema maestria.
Brookhart Jonquil, americano, è uno dei più rigorosi artisti dell’installazione luminosa, che con la combinazione di elementi base di tipo geometrico riesce a creare complessi e sottili giochi percettivi, in cui figure angolari e sfondi sensibili,positivo e negativo, interferiscono continuamente, costringendo chi guarda a tutta una serie di associazioni.
Dalle loro opere e dalle testimonianze dei critici e degli scienziati che li seguono e gli sono legati prendono rilievo tre personalità singolari, tre biografie esemplari, in cui si coglie e si misura l’eco profondo che ha nella prassi artistica un “antilogos di luce”. Ciò che si coglie da questi loro lavori è l’attenzione  alla  luce (o alle luci),  all’emozione che coglie l’artista nell’assaporare le bellezze (originarie della forma analitica) sia naturali che architettoniche nella loro simbiosi  continua  fatta  di contrasti  ed assonanze,  che  caratterizzano  una  armonia tra uomo e Natura, tra  silenzi  e  rumori  delle estensioni, dei piani, tra superfici di regolarità e dispositivi, tra contrasti e sfumature cromatiche. 
I tre artisti sono  dei profondi osservatori,figure che amano il  silenzio  e la  bellezza delle figure strutturali, che si appassionano alle piccole cose sapendone trovare l’importanza e il giusto valore nella vita. Così i loro lavori installativi sono  strutture di mondo,sguardi di luce, sia perché colti sempre al sole, sia perché sanno illuminare e far assaporare l’importanza e la bellezza nelle semplici cose che ci circondano, dalle immagini molecolari, alle figure piane e solide, al disegno di uno spazio astratto, alla piccola rocca di organismi combinati e vaganti nelle insenature di un oggetto architestuale, alle distese ed ai codici, e ancor di più ai  segni che lo spazio sa donare con una fantasia infinita tra colori, forme e radiazioni luminose.
Muovendo dalla possibilità di una comprensione intrecciata tra arte e luce, in vista della messa a fuoco di una mostra che sollecita i linguaggi del pensiero e della visione, l’interesse e l’attenzione che suscita la questione istallativa si dirige verso una trilogia di punti di vista che, intessuti in un unico tentativo (l’installazione di Paul Myoda, Cristiano Petrucci ,Brookhart Jonquil in questione), si concretizza nel prender le mosse da un punto di luce ed il punto di luce da cui si inizia è già di per sé sintomatico di uno stile.
In THREE KINDS OF LIGHT  la sensibilità e la misura dei tre artisti deriva dal fatto che con straordinaria libertà di linguaggio essi esplorano e rivelano il climax dell’oggi e il profilo singolare dell’artista neo-moderno.

dal testo in catalogo di Gabriele Perretta