Claudio Orlandi
Claudio Orlandi nasce a Roma, dove vive e lavora. Appassionato di Fotografia da sempre, dal 2010 vi si dedica completamente esponendo,partecipando a mostre e pubblicando le sue foto sulle maggiori riviste di settore. Egli ha da sempre cercato di ricreare una visione differente attraverso la sua Fotografia, esaltando un punto di vista tendente a confondere le idee di chi osserva, tramite una metamorfosi controllata del dato percettivo già implicita nei soggetto stessi.
Ha emancipato il suo linguaggio fotografico portandolo dalla restituzione più palesemente figurativa della realtà a un’astrazione pittorica essenziale, fatta di gradazioni cromatiche costruttive, piani netti, superfici schematiche: dando corpo a ciò che Platone indicava a proposito della geometria, volta alla conoscenza dell’eterno.
E’ proprio questo tipo di attenzione che si percepisce guardando le immagini di Orlandi, che immortalano qualcosa che è lì, vero, ma pare ideale: talvolta portando il corporeo oltre il limite del veritiero attraverso una metamorfizzazione realizzata con proiezioni caleidoscopiche (Tatuaggi di luce, 1993), citando un certo nudo di Man Ray e gli zebrati di Lucien Clergue, e indicando che i confini naturali del mondo non sono prestabiliti ma in continua modificazione anche grazie all’arte.
Quest’ultimo concetto sarà sempre ribadito, anche in successive serie, per esempio là dove il dato è da Orlandi occultato come un enigma (…d’Isidore Ducasse) manrayano, e risulta mutante (i Landscapes di The Seductive Destruction) ovisionario nella sua razionale, architettonica primarietà (come nella bella, coloratissima serie Il castello, del 2014, che indaga il quartiere gallaratese); o in altre foto dove la cosa osservata diventa quasi fiabesca, calata in un’atmosfera atemporale che aumenta l’effetto d’irrealtà e lirismo.
Le sue foto zoomano sullo spectrum (*1), privo di figure umane, e ne sottolineano la composizione, la strutturazione, le conformità e difformità, i rapporti cromatici e le caratterizzazioni materiche. In particolare, la nuova produzione (Timeless, 2016) si posa su una Natura straordinariamente emozionante e vasta, che comprende ghiacciai quasi incontaminati, grandi distese di lava, crepacci, disabitate montagne, ampie valli… Nelle sue immagini, tutto questo scenario lo intuiamo ma non lo vediamo più nella sua integrità identificativa perché il nostro autore riesce a portare in primo piano ciò che per la sua ricerca è necessario, secondo quella pratica del “togliere invece che aggiungere” che – secondo Bruno Munari – significa “riconoscere l’essenza delle cose” e così “comunicarle” (*2). Pertanto, dall’interezza del paesaggio – e ciò vale per tutte le nuove fotografie di Orlandi – egli giunge a una sua traduzione e compagine riassuntiva. Ne ingrandisce, direttamente nell’obiettivo, una porzione, quella più rilevante a livello sostanziale, allontanandosi dall’elemento di partenza, dandoci un’Astrattismo lirico e toccando sottili, profonde corde emotive legate al concetto di Universalità.
Minimalismo, rarefazione, segni, lievissime tracce, arcani grafemi compongono icone di una percentuale di panorama che della sua completezza e vastità porta l’allusione e la supera, come, al dunque, supera anche il dettaglio del soggetto mirando a confondere. La perdita di convinzione visiva, della nozione, libera l’immaginazione che la fotografia di Orlandi esalta, riferendo con essa – e ancora una volta – che i limiti naturali, le frontiere della consuetudine, da certi e prefissati sono in perenne mutamento: lo studium (*3) arretra, il punctum (* 4) si espande, si fa plurale, l’effetto metamorfico avanza, l’incedere del climaxs’inoltra, il Timelessness permea tutto e… la bellezza regna sovrana.
Barbara Martusciello(*1) Roland Barthes, La camera chiara. Nota sulla fotografia (La chambre claire, Paris 1980)
(*2) Bruno Munari, Verbale scritto, 1992
(*3) Roland Barthes, cit.
PREMI
2023
- Roma, Premio Driving Energy by Terna, finalista
2021
- Forlì, Vernice Art Fair, Koinè Prize, vincitore
2012
- Milano, Arte Prize, finalista
2011
- Milano, Arte Prize, finalista
2009
- Milano, Premio Celeste, online photography vote section
2006
- Roma, Premio Vittorio Bachelet, miglior autore
SELEZIONE MOSTRE PERSONALI
2023
- San Vendemiano, Sale espositive del Municipio, ICE – Forme del freddo 2023
- Roma, Fineco Center – Fineco Days, L’ambiente che ci rispecchia. Scegliere oggi quel che vorremmo essere domani 2021
- Milano, Casa della Memoria, Ultimate Landscapes, a cura di Alessia Locatelli
2017
- Roma, Galleria Gallerati, Timeless, a cura di Barbara Martusciello
2015
- Basilea, Galerie Eulenspiegel
- Roma, Art GAP, Frammenti urbani, a cura di Cecilia Paolini
- Roma, Curva Pura
2014
- Roma, Centro culturale Elsa Morante, a cura di Barbara Martusciello
- Roma, Cascina Farsetti, a cura di Cecilia Paolini
- Milano, Spazio Oberdan Foyer, a cura di Roberto Mutti
2013
- Arezzo, Villicana D’Annibale Gallery
- Maastricht, Highculture Gallery
2012
- Istanbul, Galeri Espas
2010
- Istanbul, Degasanatgalerisi
- Mersin, Contemporary Art Museum, a cura di Ferdan Yusufi
2009
- Istanbul, Galeri Selvin, a cura di Angelo Andriuolo, Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi
2008
- Roma, NeoArtGallery, a cura di Angelo Andriuolo e Giorgio Bertozzi
- Roma, Archgallery
2007
- Roma, Archgallery
2005
- Atene, Stavlos Art Gallery, patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura
2002
- Foiano, Foianofotografia International Photofestival, a cura di Roberto Mutti
2000
- Atene, International Festival of Artistic Photography
1994
- Poggibonsi, Pretorio Palace
2017
- Roma, Palazzo Velli Expo, Atto secondo
2012
- Roma, Galleria Gallerati, Fuori 5
Febbraio 2024 ARTICOLO SU RIVISTA MARIECLAIRE
https://www.milanotoday.it/eventi/ultimate-landscapes-mostra-fotografica-2021.html